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 Laurence Courto. Affioramenti
 Mostra personale

  Galleria Bianca Maria Rizzi, Milano
  7-29 aprile 2005
C’è più di una costante nella ricerca artistica di Laurence Courto che si ripete ed al contempo si rinnova nell’arco degli anni: l’interesse per il regno animale, da un lato, e l’utilizzo di forme rarefatte, dall’altro, quasi a voler raschiare la superficie della tela o del foglio fino al punto in cui la materia, labile, riesce almeno in parte ad affiorare. Immagini senza tempo che sfuggono a qualsivoglia intento di classificazione cronologica. E se nella produzione più recente la figura umana è venuta ad aggiungersi ad un repertorio delineato perlopiù da antilopi, bisonti, ma anche cani, formiche, linci e conigli, la sensazione che ne deriva è sempre la medesima: esseri viventi che sembrano provenire da quello che Jung per primo definì “inconscio collettivo” e che la fisica moderna tende a classificare come “ordine sub-manifesto dell’essere”. Le forme di vita evocate dalla Courto, dal sapore ancestrale e moderno allo stesso tempo, convivono in un’unica dimensione. Il neuroscienziato olandese Hermes Romijin ritiene che le nostre memorie non sono immagazzinate nel cervello, ma piuttosto nel già citato ordine sub-manifesto dell’essere, che è oltre lo spazio-tempo. Un livello virtuale della fisica, dove si trovano la nostra coscienza, la non-località (ovvero l’assenza di spazio-tempo e l’unità di coscienza), il deja-vu (quel fenomeno per cui percepiamo di essere stati in un luogo o in una situazione anche se ciò non si è realmente verificato) e i dati collettivi. Una lettura azzardata? Per alcuni sicuramente, ma a noi piace pensare che l’Arte sia in grado di travalicare ogni barriera e di attingere ad un livello più profondo di coscienza, in cui il passato, il presente ed il futuro sono in un continuum che è sempre esistito.
Torino, 20 marzo 2005

Adelinda Allegretti
Mostre dello stesso artista:
Opere
Astres dans les yeux (2004), cm 70x120 Aveu (2005), cm 130x80 Ce nid, ce doux mystère, cm 89x116
Demeure (2005), cm 70x81 Eole (2004), cm 31x31 Equinoxes (2005), cm 13x6x4
Giannetto (2005), cm 81x50 Le fond des choses (2003), cm 97x130 Neftoria (2005), cm 32x24
Qui voit, veille (2004), cm 54x73 Sentinelle, cm 92x65 Sois joyeux (2004), cm 130x81
Terres lointaines (2005), cm 60x60
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Adelinda Allegretti: storico dell'Arte, giornalista, curator di eventi espositivi - CREDITS