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 Animal house #2
 Mostra collettiva internazionale a tema

  Rocca Sonora, Gualdo Cattaneo (PG)
  5 luglio-3 settembre 2014
CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI GUALDO CATTANEO (PG), PRO LOCO DI GUALDO CATTANEO, UNIVERSITA' AGRARIA DI MONTECCHIO (PG), UNPLI UNIONE NAZIONALE PRO LOCO D'ITALIA

Artisti selezionati: Franz Bucher (CH), Teresa Condito (I), Concetta Daidone (I), Giuseppe Denti (I), Marianne Emmenegger (D), Maria Fatjó Parés (E), Alessio Gessati (I), Jörg Guyer (D), Cindy Lopez (USA), Cristina Mantisi (I), Pablo Márquez (MEX), Päivyt Niemeläinen (FI), Antoinette Pallesi (F), Piergiuseppe Pesce (I), Gianmario Quagliotto (I), Mariella Relini (I), Ingeborg Saes (D), Josefina Temín (MEX), Ersoy Yilmaz (TR)

Dal 5 luglio al 3 settembre 2014 la Rocca Sonora di Gualdo Cattaneo (PG) ospita la mostra dal titolo “Animal house #2”, a cura di Adelinda Allegretti. Come il primo appuntamento tenutosi presso la O3 Gallery, all’interno del Castello di Oxford, la mostra è indirizzata ad artisti italiani e stranieri che operano nell’ambito dei diversi linguaggi visivi (pittura, fotografia, scultura, grafica, computergrafica, ceramica, installazione). Il tema della mostra è il mondo animale: animali reali o immaginari (una sorta di bestiario contemporaneo), che si muovono nel proprio habitat naturale o in gabbia, selvatici o da appartamento, accompagnati o meno dall’uomo.

Storia
Nella metà del Quattrocento, l'architettura militare viene completamente modificata a causa dell'introduzione di una nuova realtà bellica: l'artiglieria. Non fu più necessario costruire alte torri o murature inaccessibili per impedire ai nemici di scalare le cortine murarie per entrare nelle strutture difensive, ma era sufficiente abbatterle dalla distanza opportuna, per poi permettere la penetrazione delle truppe.
La Rocca di Gualdo nasce proprio sulla base di questi nuovi criteri e per la sua progettazione e costruzione fu chiamato il 15 agosto 1494 Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta. la Rocca fu l'ultima di un sistema di fortificazioni che si sviluppava ad oriente del castello di Gualdo Cattaneo, all'interno di un territorio storicamente di frontiera, ancora oggi costellato da serie di fortificazioni di origine basso-medievale.
La forma ritenuta idonea per il circuito della fortezza è quella definita "angulare": in tal modo, è possibile situare le torri ai vertici, così che ogni punto della fortezza rimanga sotto il controllo della difesa. La Rocca è una fortezza a pianta triangolare con un mastio centrale e due rondelle laterali comunicanti tra di loro attraverso un sistema di cunicoli sotterranei.
Fu costruita tra il 1494 e 1498, per volere della città di Foligno, su progetto di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta che ideò anche la chiesa della Madonna delle Lacrime a Trevi a l'atrio della Basilica di S. Francesco d'Assisi. Per i Trinci realizzò anche l'Oratorio della Nunziatella, non lontano da Palazzo Trinci a Foligno.
La Rocca oggi risulta completamente recuperata ed è meglio conosciuta come Rocca Sonora in quanto si racconta attraverso i suoni, le voci e i rumori che al suo interno hanno riecheggiato dal momento della sua erezione fino all'abbandono.
Una preesistente Rocca, costruita dalla signoria folignate dei trinci, venne fatta distruggere nel 1439, alla caduta della predetta signoria, dal Cardinale fiorentino Patriarca di Alessandria.
Il primo castellano, al completamento del cassero, fu Giovanni Olivieri da Foligno che ra obbligato a risiedervi permanentemente con tutta la guarnigione. Perugia fu sempre contraria all'opera difensiva, tanto da inviarvi un contingente militare guidato da Virginio Orsini per abbatterla, ma vani furono gli assalti, sia per la validità della struttura, concepita per resistere autonomamente anche a un lungo assedio, sia per il coraggio del comandante Crispoldi di Foligno.
All'inizio del 1495 iniziarono i lavori della torre centrale, cuore della fortezza.
I lavori ripresero nel 1497 e fu ultimato il cassero, il mastio, corpo centrale della Rocca all'interno della quale si accedeva con l'ausilio di scale a pioli che venivano ritirate all'occorrenza rendendo la Rocca una fortezza inespugnabile.
La guarnigione era composta da un castellano e da 6 paghe. Le paghe erano soldati che provenivano da regioni diverse e da nazioni straniere che svolgevano questo lavoro dietro compenso, spesso misero.
Il castellano e le paghe restavano di guardia al forte per 6 mesi, dopodiché venivano sostituiti.
Nel 1498, per rafforzare il controllo di Foligno sul territorio, furono ripresi i lavori e fu realizzato il sumercio (=sommerso) che consiste nel complesso di gallerie e camminamenti ai piedi del cassero, munito di feritoie per sorvegliare il territorio e far fuoco all'occorrenza. I lavori terminarono nel 1500.
Il sumercio sono le radici della Rocca. E' un percorso circolare di gallerie sotterranee poste in corrispondenza del cortile in superficie. Qui stavano di guardia 2 paghe con turni di 2 ore.
All'inizio del XVI secolo i papi, specialmente Giulio II, avevano rafforzato i domini di Roma e non erano più tollerate lotte tra comuni appartenenti allo Stato Pontificio. Nel 1520, sotto Leone X de' Medici, vigeva in queste terre la pax romana che mitigava le ostilità tra le varie città.
Nel 1624 la Rocca ospitò Galileo Galilei, che vi soggiornò per alcuni giorni, vista la salubrità dell'aria, mentre si recava da Perugia ad Acquasparta a fare visita al principe Federico Cesi, allora presidente dell'Accademia dei Lincei. Nella seconda metà del '600, il complesso militare andò incontro ad un costante degrado tanto da richiedere nel 1695 adeguate opere di restauro a spese del comune di Foligno. Nel 1877 l'edificio versava ancora in grave degrado e parte dei beccatelli erano crollati; vennero ripristinati con il restauro del 1955. nei periodi in cui la Rocca era in disuso, servì come porcilaia, magazzino di attrezzi e di derrate alimentari, ecc. Durante la Seconda Guerra Mondiale diede rifugio a gruppi di partigiani e di alleati.
Struttura
Fortezza militare a pianta triangolare in cui a ogni vertice corrisponde una torre rotonda e troncoconica. Le torri sono comunicanti grazie a cunicoli sotterranei.
Il mastio è la torre più alta. 80 m di diametro, 20 m di altezza. Conserva immutato il suo aspetto originario, ha perso la copertura a tutta ronda o a doppia ronda ma all'interno ha conservato immutate le sue stanze.
L'accesso alla Rocca non è posizionato sul piano stradale e ciò rendeva l'edificio inespugnabile.
Dall'entrata si accede subito a due ambienti che avevano la funzione di armeria e di guardia.
Salendo le scale si accede al primo piano costituito anch'esso da due ambienti comunicanti adibiti a cucine. La particolarità di queste stanze sta nei muri: infatti l'ultimo restauro dell'edificio ha giustamente lasciato l'intonaco senza coprire le tante scritte sui muri, testimonianza del passaggio di tante persone che, sin da '700, hanno lasciato lì la loro traccia.
Salendo ancora di un piano le de stanze adibite a dimora del castellano.
Salendo l'ultima rampa di scale, si giunge alla terrazza panoramica da cui è possibile vedere non solo la stessa Gualdo Cattaneo dall'alto, entrando quasi in quei piccoli ma caratteristici giardini, ma anche tutta la vallata che circonda il borgo.
Riscendendo le scale si torna alla zona di entrata. Da lì si scende nuovamente per iniziare il percorso del sumercio: un insieme di camminamenti che collegano il cassero alle due rocchette minori.
Sempre nel sumercio si trovano attualmente due stanze comunicanti, una più grande e una più piccola. L'ambiente più grande costituiva la cisterna della Rocca, utilizzata per la raccolta dell'acqua.
(Courtesy Pro Loco Gualdo Cattaneo)
Allegati
 Invito    Catalogo  
Opere
Alessio Gessati, Happy birds' day (2014), tecnica mista su carta, cm 70x50 Antoinette Pallesi, Lei porta il mondo (2014), acrilico su tela, cm 73x60 Antoinette Pallesi, Les flamants au crepuscule (2014), acrilico su tela, cm 65x81
Cindy Lopez, Animal spirit (2014), acrilico su legno, cm 30,5x30,5 Concetta Daidone, Negli occhi degli animali (2014), acrilico su tela, cm 70x50 Cristina Mantisi, After swimming (2014), arte digitale su tela, cm 66,5x50
Cristina Mantisi, The portrait of Mrs. Goose (2014), arte digitale su tela, cm 50x50 Ersoy Yilmaz, Life of Bellucci (2013), ceramica dipinta a mano con la tecnica underglaze, diametro cm 40 Ersoy Yilmaz, Life of Loren (2013), ceramica dipinta a mano con la tecnica underglaze, diametro cm 40
Franz Bucher, Tiger black and white (2013), stampa digitale su alluminio da disegno a matita, cm 50x50 Gianmario Quagliotto, Il rapace (2009), olio su tela, cm 140x100 Gianmario Quagliotto, Nella landa desolata (2007), olio su tela, cm 150x100
Gianmario Quagliotto, Pacifico vigore (2003), olio su tela, cm 110x75 Gianmario Quagliotto, Voglia d'infinito (2003), olio su tela, cm 130x74 Giuseppe Denti, Pussy (2008), olio su tela, cm 40x60
Ingeborg Saes, Red cat (2013), olio su tela, cm 50x60 Ingeborg Saes, Snow White (2011), acrilico su tela, cm 50x70 Jörg Guyer, In the jungle (2014), tempera su tela, cm 40x50
Jörg Guyer, Mademoiselle (2014), acrilico su tela, cm 50x70 Jörg Guyer, Take in the sunset (2014), olio su tela, cm 50x70 Josefina Temín, Mosquitos (2012), metallo dipinto, cm 25x46x43, ed. 1/2
Marianne Emmenegger, Unknown animals in red space (2014), acrilico su tela, cm 60x60 Maria Fatjó Parés, La granja (2014), giclée su tela, cm 61x50 Maria Fatjó Parés, Polo II (2014), giclée su tela, cm 60x30
Mariella Relini, Jungle star (2010), olio su tela, cm 50x70 Päivyt Niemeläinen, Elk of Devil snitches Sun (2014), olio su tela, cm 90x65 Pablo Márquez, Portrait 2 (2014), fotografia su carta, cm 28x46
Piergiuseppe Pesce, Senza titolo (2014), installazione site-specific Teresa Condito, Incrocio (2008), tecnica mista su tela, cm 70x100
Inaugurazione








































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Adelinda Allegretti: storico dell'Arte, giornalista, curator di eventi espositivi - CREDITS