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 Tempo orizzontale tempo verticale. Silvia Pisani, Alfredo Pompilio
 Mostre personali

  Galleria Tartaglia Arte, Roma
  16 dicembre 2006 - 4 gennaio 2007
Silvia Pisani ed Alfredo Pompilio. Due modi distinti e contrapposti di concepire il Tempo. Laddove per la prima il tempo, secondo la concezione orientale – successivamente fatta propria anche da Albert Einstein e da certa fisica quantistica – altro non è se non un concetto relativo, per il secondo, legato alla concezione occidentale, esso prevede un inizio ed una fine. Verticale per la Pisani, in virtù del fatto che tutto scorre senza un prima ed un dopo, assente il concetto di durata, orizzontale per Pompilio, in cui invece il tempo scorre irrefrenabilmente, da un inizio verso l’immancabile fine.
Nella ricerca dei due artisti, milanese la prima, tarantino il secondo, tali idee si manifestano rispettivamente attraverso la trasformazione continua ed incessante dell’universo – di cui l’uomo è parte integrante – , ed il concetto di memoria, intesa come stratificazione di fatti, passaggi di testimone.
Nei nudi della Pisani il vero soggetto è quel flusso continuo di energia, non a caso il più delle volte ottenuto mediante pennellate circolari, a richiamare alla mente l’ουροβóρος dei greci, l’uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo dell’universo e, conseguentemente, della ciclicità del tempo, della natura ciclica delle cose. È così che Anima di luce, tra i primi nudi tornati ad essere eseguiti dopo una fase più astratta, si fa portavoce di una rinnovata presa di coscienza da parte dell’uomo, che attraverso la danza si integra finalmente con l’universo. Lo stesso discorso deve intendersi per Salto nel vuoto, in cui l’opera, attraverso una effettiva rotazione della tela di 90°, sottolinea il movimento fisico della figura, come una sorta di capriola nello spazio. E va sottolineata, al contempo, la valenza positiva insita nel titolo, laddove il vuoto rimanda ad un’idea di totalità, perfezione, integrità e adesione al Tutto.
Anche in Integrità è costante il motivo della danza. È l’anima che accoglie dentro di sé la scintilla divina, divenendo un tutt’uno con essa. La figura femminile diviene una trasposizione dell’anima, e la sua danza un inno all’unione, integrità appunto, con l’universo. Non si trascuri, a tal proposito, l’utilizzo – mai casuale, ma simbolico – del colore viola, dell’accesso al divino, alla spiritualità, attraverso il 7° chakra. Ma anche i sensi materiali possono divenire porta di accesso al divino, attraverso il colore rosso che sottende al 1° chakra: è così che nasce Passione. In Accesso al divino la figura lascia il posto ad una sorta di vortice da cui, come il getto di un geyser, fuoriesce materia dorata. Cambiano le forme, ma i concetti rimangono invariati, proprio in virtù di quella circolarità che, come non prevede un prima ed un dopo, ugualmente non conosce distinzioni di contenuto.
Dall’hic et nunc della Pisani, il qui ed ora dei latini, una condizione immanente che annulla il concetto di tempo in virtù di un’idea di circolarità, al tempo così come lo intende Pompilio, ovvero una linea retta, con un inizio ed una fine. Dalla vita alla morte, dal passato al futuro. Anche nelle opere di Pompilio c’è l’idea di ciclicità (vita, morte ed ancora vita), ma in chiave più strettamente cattolica, laddove in Pisani è la stessa Natura a guidare i suoi cicli di trasmutazione.
Il passaggio temporale è una costante dei lavori di Pompilio, tanto che il concetto di memoria è sempre presente, persino evidenziato, attraverso l’uso di scritte, talvolta veri e propri graffiti, talaltra squisitezze calligrafiche che evocano vecchi manoscritti. In L’uomo e l’uovo i rimandi alla tradizione iconografica occidentale, e pertanto ai grandi maestri del passato, sono molteplici: come non leggerci un omaggio alla Pala di Brera di Piero della Francesca, con l’uovo, simbolo di perfezione della Natura, di vita e della sua ciclicità? Se lì è appeso ad un filo qui è in bilico sull’alluce del piede di un uomo che, tutt’altro che stabile sull’altra gamba, poggia su cuscini che a loro volta sembrano galleggiare nello spazio. Che fatica mantenere l’equilibrio, e barcamenarsi tra gli episodi che scandiscono la giornata, così come la vita! Ed ancora: quanti simboli in quei cuscini, lussuria – e quindi vita – ma anche morte, come la storia dell’arte ci insegna.
Ogni momento del vivere diviene una costante ricerca di equilibrio, anche l’amore tra uomo e donna. In X ed Y – l’evocazione degli assi cartesiani, e quindi del DNA, è lapalissiano – le due figure si incontrano in un improbabile atto sessuale. Improbabile, eppure non impossibile, se ciascuno dei due si sforzerà a sufficienza per aumentare i propri numeri (di qui le formule che affiorano in superficie) e metterli a disposizione dell’altro, portando alla crescita comune. È quanto accade in L’ora del caffè: la caffettiera in bilico sulla tazzina, la donna in bilico sull’uomo. C’è ancora una ricerca di equilibrio, dapprima formale e successivamente simbolica. Le scritte sempre presenti, inevitabili. Esse formano una sorta di tessuto connettivo. Impreziosiscono i dipinti con l’esperienza, il vissuto di cui si fanno simbolo. È il tempo che lascia traccia di sé, a volte ben leggibile altre volte appena intuibile. Sovente la scritta sembra deturpare il dipinto, come se dei graffiti vi fossero stati incisi con la volontà di danneggiarlo. È l’intervento delle persone ignoranti o insensibili all’arte che però, anziché svilire l’opera, paradossalmente diventano un mezzo per nobilitarla. Nascondi e metterai in evidenza, insegnano Man Ray e Christo, deturpa e renderai sublime. Parola di Pompilio.
Roma, 11 dicembre 2006

Adelinda Allegretti
 Video  
Opere
Alfredo Pompilio 1 Alfredo Pompilio 2 Alfredo Pompilio 3
Alfredo Pompilio 4 Alfredo Pompilio 6 Alfredo Pompilio 7
Alfredo Pompilio 8 Alfredo Pompilio 9 Silvia Pisani, Accesso al divino
Silvia Pisani, Anima di luce Silvia Pisani, Aurora boreale Silvia Pisani, Integrità
Silvia Pisani, La danza della vita 1 Silvia Pisani, La danza della vita 2 Silvia Pisani, Salto nel vuoto
Inaugurazione












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Adelinda Allegretti: storico dell'Arte, giornalista, curator di eventi espositivi - CREDITS